LA STORIA È ANCHE FEMMINA – Ester Rizzo, ospite del Liceo “Megara”

Ester Rizzo, ospite del Liceo “Megara”, parla della sua ricerca per restituire dignità alle donne che hanno fatto la Storia ed inaugura, insieme con il dirigente scolastico Renato Santoro, il “Posto Vuoto” nell’Aula Vallet.
Eque opportunità, diritti, riconoscimento. Di questo hanno bisogno le donne, ma una cosa soprattutto chiedono le donne: rispetto.
“La chiave di tutto risiede nella conoscenza e nella consapevolezza di quello che siamo”.
In queste parole, il messaggio consegnato dalla scrittrice e giornalista Ester Rizzo agli studenti del Liceo “Megara”, in occasione della giornata dedicata alla resistenza contro la violenza sulle donne.
Nell’aula magna Vallet, accolta dal Dirigente scolastico Renato Santoro e dai docenti, alla presenza di un folto gruppo di studenti, e con la collaborazione della Dott.ssa Pansera, presidente dell’Archeoclub di Augusta, la giornalista e scrittrice ha dialogato con gli studenti del senso di una giornata dedicata alla lotta delle donne.
Ester Rizzo, licatese d’origine, giornalista per testate nazionali e scrittrice, è anche attiva promotrice dell’associazione “Toponomastica femminile” che si occupa di far conoscere donne che hanno contribuito alla storia d’Italia, e non solo, ma che sono stata dimenticate in una società troppo declinata al maschile.
In nome di una ricerca che vuole educare al rispetto restituendo la dignità, Ester Rizzo ha pubblicato il saggio Camicette bianche e il più recente romanzo Le ricamatrici, proprio per far conoscere la storia di donne sconosciute che hanno lottato al pari degli uomini per quello in cui credevano. Studentesse e studenti hanno conosciuto la vicenda dolorosa dell’incendio dello stabilimento del Triangle Build di New York in cui, nel novembre del 1911, centinaia di operaie persero la vita per un incendio scoppiato nei locali dove, con turni massacranti per pochi dollari, confezionavano le camicette per industrie di confezioni. Queste donne erano per lo più immigrate dal Mezzogiorno, i cui nomi, talvolta grottescamente storpiati, erano solo registrati sul certificato di morte. Oggi quei nomi sono presenti nelle vie di Licata, di Alcamo, di Noto, di Caltanissetta, di Palermo, e nelle cave delle decine e decine di paesi da cui erano partite piene di speranze, come Clotilde Terranova, la prima che è stata restituita alla conoscenza dei suoi concittadini.
E poi ci sono Le ricamatrici, le coraggiose donne di Santa Caterina di Villarmosa che si opposero allo sfruttamento degli intermediari per non vendere il loro prezioso lavoro per poche lire.
Furono tanto coraggiose da sostenere, fino all’ultimo grado di giudizio in tribunale, la loro lotta contro la prevaricazione e da creare la loro cooperativa di lavori di corredo per realizzare manufatti anche per ditte importanti del tessile, per poi essere stroncate dalla longa manus della mafia che non poteva accettare questa resistenza femminile al controllo del lavoro.
La ricerca di Ester Rizzo è quindi arrivata all’ultimo suo lavoro, realizzato proprio per l’Associazione di toponomastica femminile, ovvero la pubblicazione di Le Mille, la storia delle donne che per prime sono arrivate a fare quello che i loro colleghi uomini facevano da tempo, come conseguire una laurea, studiare la matematica o la chimica, pilotare un aereo o operare in emergenza, vincere un Nobel o un’Olimpiade o scalare il Monte Bianco.
Lo hanno fatto non per dimostrare soltanto di avere reagito alle società che le ha confinate nei secoli come eterne seconde, né per non essere da meno nel sapere fare, ma perché era semplicemente giusto farlo, giusto come esistere a questo mondo.
Ester Rizzo ha dialogato con gli studenti di linguaggio di genere, di propaganda sessista e di violenza anche psicologica, toccando temi ampi e di grande respiro sociale. Un momento importante culminato alla fine, insieme con il dirigente scolastico, con la scoperta del “Posto Vuoto”: una sedia in cui fiori rossi testimoniano la presenza di una donna che sarebbe stata importante nella società nella sua pienezza di ruolo, se non fosse intervenuto un omicidio a lasciare vuota quella sedia.
24 novembre 2018 Prof. ssa Alessandra Traversa
All’interno dell’aula Vallet, sala conferenze del liceo, è stata esposta una camicetta bianca dei primi del ‘900 e dei telaietti per ricamo a mano e macchina per contestualizzale la presentazione dei libri: “Camicette bianche e “Le ricamatrici” presentati dalla scrittrice Ester Rizzo sullo sfruttamento del lavoro femminile e con i quali la scrittrice ha voluto anche ridare identità alle donne uccise nell’ incendio avvenuto negli Stati Uniti nel 1911 nel quale morirono 146 persone di cui 126 donne, 28 italiane, molte siciliane, di cui Ester Rizzo ha ricostruito identità e si prodiga perché nei luoghi d’origine ci sia almeno una targa commemorativa del loro sacrificio. In questa occasione la scuola ha riservato da ieri e per sempre un posto occupato in memoria delle donne che non ci sono più.
Prof. ssa Ornella Spina
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